Parlano così tanto dei giovani.

Dicono, i non più giovani, che però lo sono stati e non se lo ricordano, come non si ricordano di essere stati bambini, parole di superficie, spesso negative e gravi come la musica bassa e cupa. Gravi in quel senso.

Dicono che i giovani non siano poeti. Ma la Poesia è tante cose.

Sono capelli di mare, barba di stelle,  fatica nelle braccia, sogni di carta e luce.

Poesia è tante cose.

Tra le tante, questa.

Venerdi 19 giugno inaugura a Rho, a Villa Burba, una mostra dal titolo Eight8Eight Exhibition 2015.Otto giovani artisti espongono nella città che oggi dovrebbe attrarre il mondo intero, con la vicina Expo.

EIGHT8EXHIBITION

In realtà, ciò che sta avvenendo con l’Expo, è un po’ una delusione. Poca organizzazione di tour esterni all’evento, poca comunicazione di quelli esistenti. Per questo oggi voglio parlare di un evento di Rho, della cittadina vicino al mio paese, Pogliano Milanese, di quella Provincia che qualche volta realizza bellezza e creatività. Un avvenimento di questo calibro a Milano avrebbe avuto probabilmente più risonanza. Otto artisti, giovanissimi, tra scultori, pittori, fotografi, performer. Una curatrice di gran fama, Cammie Y Colombo, direttamente da una Galleria di Hong Kong. Un lavoro  costruito passo passo (organizzazione evento, comunicazione, pubbliche relazioni, pubblicità) dagli artisti stessi, che sono fulcro e energia vitale della manifestazione.

Ho avuto il piacere di parlare con uno degli otto artisti, Giuliano Cataldo Giancotti.  Calabrese, come me. Negli occhi il desiderio di volare e ingoiare la vita. Scultore, appena laureato all’Accademia di Brera. La sua tesi ha riguardato uno dei temi più intriganti di sempre: il tema del viaggio.

Una tesi di lavoro lungo, anche sulla sua persona. Un viaggio in quella terra lontana, la Calabria, con i mezzi che il vero viaggio pretende, come afferma lui stesso: mezzi di fortuna, come un furgone che passava, una bicicletta, le sue gambe. E la fantasia. Il tutto, partendo dalla casa di sua nonna a Rocca di Neto. Il viaggio, mi racconta, è stato vissuto in ogni tempo della storia, in ogni epoca, con la stessa passione e follia. Il viaggio fisico, il viaggio mentale, il viaggio spirituale. Tutto insieme, o vissuto a tratti. Generazioni e anni, il viaggio è sempre metafisica dell’entità, metafora della vita. Creazione del sé, più di ogni altra cosa.

G. C. Giancotti, Viaggio Infinito, 2014

G. C. Giancotti, Viaggio Infinito, 2014

Tutto questo si ritrova impresso perfettamente in due sue opere: Viaggio infinito (2014) e Ricerca del Sé (2013).  Creazioni aldilà di ogni immagine precostituita di arte contemporanea.

Le linee create da Giuliano sono sottili, eleganti, leggere. Non vi è pesantezza nelle sue composizioni, non si sente il materiale scultoreo e neanche il peso dei forti temi spirituali dell’umano. Viaggio infinitoè un labirinto di travertino chiaro e noce. Un metro per un metro di opera d’arte: la grandezza delle forme e l’eleganza, la potenza della materia e la leggerezza. Il tutto, sviluppato in una superficie orizzontale, sulla terra, legata alle radici. La Ricerca del sé, invece, si eleva verso l’alto. Indaga la verticalità, l’aria. I vuoti sono più dei pieni. Il ferro dialoga con il vento. Il paesaggio che entra nelle finestre delle linee diventa parte completa  dell’opera d’arte. L’unione con il tutto, poiché la ricerca del sé non può prescindere dalla storia, l’ambiente, il contesto, gli anni che si vivono, i drammi e le conquiste del proprio tempo.

Quel viaggio infinito che ingarbuglia, che prende il nome, nella nostra contemporaneità, di Migrazione, Immigrazione, Fuga, Paura, Decisione, Coraggio, Impresa. O, semplicemente, Curiosità, Desiderio.

G. C. Giancotti, Ricerca del Sé, 2013

G. C. Giancotti, Ricerca del Sé, 2013

O anche Poesia. Perché il viaggio, anche nel terrore profondo e implacabile del mare, nel labirinto dell’anima, è sempre Poesia. Ci sono i versi con  la musica e il tempo, con la metrica e le sillabe. Ci sono le rime, talvolta storpiate dalla vita stessa. C’è il respiro, la pausa, la voglia d’esperienza e la Rivoluzione. La Poesia è Rivoluzione.

Tra il travertino e il ferro, tra terra e aria.

E lì, proprio in quel Viaggio infinito, un pARTicolare: sulla base, all’interno del labirinto, un striscia di specchio. Dieci centimetri di specchio a riflettere la vita,  a riflettere di gioia il mondo e la realtà dei colori.

Per poter volare, con le radici immerse nei nostri sogni.

I giovani sono Poesia. E sono tante altre cose.

Gambe tremanti, vestiti sgualciti. Fatica presente su un futuro inespresso.

Ricerca continua. Sorriso continuo.

I giovani, come la Poesia, sono tante cose.

E tra le tante, questa.

Federica Maria Marrella per 9ArtCorsoComo9

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